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Tumori testicolari – Classificazione ed epidemiologia

Vincenzo Favilla, Daniele Urzì, Giulio Reale
UOC Urologia, AOU “Policlinico-Vittorio Emanuele”, Università di Catania

 

I tumori testicolari rappresentano l’1-1.5% di tutte le neoplasie maschili e il 5% circa delle neoplasie urologiche (1). Seppur rare rispetto ad altre forme neoplastiche, queste neoplasie rappresentano una patologia di grande interesse uro-andrologico, sia perché colpiscono soggetti giovani in piena età sessuale e riproduttiva, con picco di incidenza nella fascia di età compresa fra i 18 ed i 35 anni, sia perché l’incidenza, secondo recenti stime epidemiologiche, risulta in aumento in tutti i paesi industrializzati, verosimilmente correlata all’esposizione a inquinanti ambientali (1,2). Inoltre l’incidenza varia a seconda delle etnie, risultando per esempio elevata nei paesi scandinavi e bassa nelle popolazioni africane e asiatiche (1,2).
Sono stati identificati numerosi fattori di rischio per lo sviluppo dei tumori testicolari, seppur con diversi gradi di evidenza: criptorchidismo, familiarità (parenti di I grado), sindrome di Klinefelter, ipotrofia testicolare (volume testicolare < 12 mL), infertilità, presenza di neoplasia germinale intra-tubulare (TIN), pregressa neoplasia testicolare controlaterale (3-9). La non infrequente associazione di due o più di queste condizioni nello stesso individuo, ha portato in anni recenti a postulare che all’origine di queste neoplasie via sia la sindrome da disgenesia testicolare, verosimilmente legata ad alterazioni dei livelli di androgeni e/o all’azione di sostanze chimiche interferenti con il sistema endocrino (organoclorati, insetticidi) durante lo sviluppo intra-uterino (8). Dati di letteratura indicherebbero inoltre un certo ruolo causale di altri fattori di rischio per l’insorgenza di tumori testicolari: basso peso alla nascita, ridotta età gestazionale, parti gemellari.
Nella maggior parte dei casi le neoplasie si sviluppano a partire dalle cellule della linea germinale ed è abbastanza frequente un’alterazione genetica a carico del cromosoma 12; inoltre, sono state osservate mutazioni nelle famiglie dei geni RAS e KIT e di altre famiglie geniche (10,11).
La classificazione anatomo-patologica della WHO (12, tabella) distingue le neoplasie testicolari in due grandi gruppi:

  • neoplasie germinali (derivate da cellule della linea germinale): rappresentano circa il 95% di tutte le neoplasie testicolari, distinte in sottogruppi;
  • neoplasie non germinali (più rare).

All’interno della classificazione dei tumori a cellule germinali sono inoltre rappresentate le forme miste. Infatti, poiché la maggior parte di queste neoplasie deriva da cellule multipotenti, che possono differenziarsi in diversi istotipi, questi a loro volta possono variamente associarsi fra loro.
Il sottotipo istologico più frequente è rappresentato dal seminoma (40-50% dei casi), con variante tipica nell’80% dei casi circa e con la prognosi migliore. Tra le forme germinali non seminomatose si ricordano: il carcinoma embrionale che rappresenta il 15-20% dei casi, il teratoma il 5-10% dei casi (spesso ben differenziato, ma potenzialmente maligno), il tumore del sacco vitellino che è più frequente in età infantile e infine il corion-carcinoma (<1% in forma pura, con spiccata tendenza alla metastatizzazione).
Da ricordare infine la neoplasia intra-epiteliale (TIN), considerata vero e proprio precursore di tutte le neoplasie testicolari a cellule germinali (12).

 

Classificazione WHO delle neoplasie testicolari (12)
Germinali Seminoma Tipico
Anaplastico
Spermatocitico
Neoplasie non seminomatose Carcinoma embrionale
Teratoma (maturo, immaturo)
Tumore del sacco vitellino
Corion-carcinoma
Neoplasia intra-epiteliale (TIN)
Non germinali Dello stroma gonadico Tumore delle cellule di Leydig
Tumore delle cellule di Sertoli
Gonadoblastoma
Neoplasie varie Adenocarcinoma
Neoplasie mesenchimali
Carcinoidi
Linfomi
Miste

 

Bibliografia

  1. Chia VM, Quraishi SM, Devesa SS, et al. International trends in the incidence of testicular cancer, 1973–2002. Cancer Epidemiol Biomarkers Prev 2010, 19: 1151–9.
  2. Shanmugalingam T, Soultati A, Chowdhury S, et al. Global incidence and outcome of testicular cancer. Clin Epidemiol 2013, 5: 417–27.
  3. Cook MB, Akre O, Forman D, et al. A systematic review and meta-analysis of perinatal variables in relation to the risk of testicular cancer—experiences of the mother. Int J Epidemiol 2009, 38: 1532–42.
  4. Trabert B, Zugna D, Richiardi L, et al. Congenital malformations and testicular germ cell tumors. Int J Cancer 2013, 133: 1900–4.
  5. Fosså SD, Chen J, Schonfeld SJ, et al. Risk of contralateral testicular cancer: a population-based study of 29 515 US men. J Natl Cancer Inst 2005, 97: 1056–66.
  6. Møller H, Skakkebaek NE. Risk of testicular cancer in subfertile men: case-control study. BMJ 1999, 318: 559–62.
  7. Hemminki K, Li X. Familial risk in testicular cancer as a clue to a heritable and environmental aetiology. Br J Cancer 2004, 90: 1765–70.
  8. Swerdlow AJ, De Stavola BL, Swanwick MA, Maconochie NE. Risks of breast and testicular cancers in young adult twins in England and Wales: evidence on prenatal and genetic aetiology. Lancet 1997, 350: 1723–8.
  9. Skakkebaek NE, Rajpert-De Meyts E, Main KM. Testicular dysgenesis syndrome: an increasingly common developmental disorder with environmental aspects. Hum Reprod 2001, 16: 972–8.
  10. Atkin NB, Baker MC. Specific chromosome change, i(12p), in testicular tumours? Lancet 1982, 2: 1349.
  11. Goddard NC, McIntyre A, Summersgill B, et al. KIT and RAS signalling pathways in testicular germ cell tumours: new data and a review of the literature. Int J Androl 2007, 30: 337–49.
  12. Ulbright TM, Amin MB, Balzer B, et al. Germ cell tumours. In: Moch H, Humphrey PA, Reuter VE, Ulbright TM (eds). WHO classification of tumours of the urinary system and male genital organs, 4th Lyon: IARC Press, 2016: 189–226.